A Milano, prima che il Teatro alla Scala venisse costruito, c’era il teatro di corte e cioè il Teatro Regio Ducale, inaugurato nel 1717. Questo teatro accolse moltissimi compositori, incluso Mozart, ma nel 1776 fu distrutto da un incendio. Allora l’imperatrice Maria Teresa d’Asburgo – l’Italia era a quel tempo sotto la dominazione austriaca – ordinò la costruzione di un teatro molto più grande. Per far posto a questo teatro venne distrutta la chiesa di Santa Maria alla Scala, così chiamata in onore della committente Regina della Scala. Il teatro fu inagurato nel 1778 con un dramma in musica, Europa riconosciuta, che Antonio Salieri compose per l’occasione. L’architetto Giuseppe Piermarini che concepì questo teatro ricorse ad un sobrio stile neoclassico con una facciata geometrica che non lasciava immaginare l’ostentatezza dell’interno in rosso e oro. In quell’epoca il teatro non era soltanto il luogo adibito allo spettacolo; la platea era infatti spesso destinata al ballo e i palchi venivano usati dai proprietari per ricevervi degli ospiti e cenare; nel ridotto si giocava d’azzardo, visto che a partire dal 1788 il teatro era l’unico luogo della città in cui questo era permesso.
Il Teatro alla Scala può accogliere duemiladuecento spettatori. La balconata consiste di palchi chiusi e separati da divisori specchiati. Questi palchi, tipici dei teatri italiani, si distinguono da quelli francesi che erano chiusi. Scale labirintiche portano gli spettatori ai propri palchi. I foyers sono imponenti ma le decorazioni minime.
La Scala ha ospitato la prima del Nabucco di Verdi nel 1842, quella di Madama Butterfly di Puccini nel 1904 e quella di Turandot dello stesso compositore nel 1926. Nel 1943 il teatro fu parzialmente distrutto dai bombardamenti degli Alleati, ricostruito ed infine riaperto nel 1946 con lo storico concerto diretto dal grande Arturo Toscanini e ricordato come il concerto della liberazione. Questo concerto fu dedicato in gran parte all’opera italiana ed in esso esordì il soprano Renata Tebaldi.