Il Teatro di San Carlo di Napoli è il più vecchio teatro dell’opera d’Europa, costruito nel 1737, cioè 41 anni prima del Teatro La Scala di Milano. Il Teatro San Carlo viene costruito per volontà del Re Carlo III di Borbone che vuole dare alla città un nuovo teatro che rappresenti il potere regio. Il progetto è affidato all’architetto Giovanni Antonio Medrano, il quale completa la “real fabrica” in circa otto mesi. Il disegno di Medrano prevede un’ampia platea, cinque ordini di palchi disposti a ferro di cavallo più un ampio palco reale, un loggione ed un palcoscenico. Questo teatro diventa il modello per i successivi teatri d’Europa e il simbolo di una grande capitale europea.
Per l’inaugurazione, avvenuta la sera del 4 novembre, giorno onomastico del sovrano, va in scena l’Achille in Sciro di Pietro Metastasio. Nei primi quattro anni di vita del teatro l’imprenditore-impresario è Casarale che è al servizio del sovrano e dei suoi gusti centrati su una particolare predilezione per la danza.
Il Settecento è il secolo degli “evirati cantori”, tra i più acclamati c’è Carlo Broschi, in arte Farinelli, e il Caffariello, com’era soprannominato Gaetano Majorano, uno dei castrati più famosi del suo tempo, nonché Gioacchino Conti e Gian Battista Velluti. Nel XVIII secolo si assiste anche all’arrivo al Teatro San Carlo, di Christoph Willibald Gluck per tenere a battesimo la sua Clemenza di Tito (1752). Dopo Gluck è il turno di Johann Christian Bach che tra il 1761 e il 1762 compone sia Catone in Utica che Alessandro nell’Indie, mentre negli anni successivi tra il pubblico si possono vedere Georg Friedrich Händel, Franz Joseph Haydn ed il giovane Mozart. Sul finire del Settecento il San Carlo accoglie anche uno due dei più illustri compositori europei ed uno dei più importanti esponenti della scuola musicale napoletana: Domenico Cimarosa. Nel 1799 durante la dominazione napoleonica dal palco si promuovono gli ideali di libertà, fraternità e uguaglianza.
Dopo la fine della dominazione napoleonica, con il ritorno dei Borboni, una Napoli splendida è meta dei raffinati viaggiatori del Grand Tour. Il 4 ottobre del 1815 un compositore di 23 anni, Gioacchino Rossini, firma la sua prima opera al San Carlo, Elisabetta Regina d’Inghilterra. Sfortunatamente nella notte del 13 febbraio del 1816 un incendio devasta l’edificio del teatro. La ricostruzione, compiuta nell’arco di nove mesi, conserva l’impianto a ferro di cavallo e la configurazione del boccascena, sebbene allargato e ornato nella superficie interna dal bassorilievo raffigurante “Il Tempo e le Ore” che esiste tuttora.
Al centro del soffitto c’è la tela con Apollo che presenta a Minerva i più grandi poeti del mondo dipinta da Antonio, Giuseppe e Giovanni Cammarano. Stendhal scrive ammirato dopo la riapertura del Teatro: “Non c’è nulla, in tutta Europa, che non dico si avvicini a questo teatro, ma ne dia la più pallida idea. Questa sala, ricostruita in trecento giorni, è un colpo di Stato. Essa garantisce al re, meglio della legge più perfetta, il favore popolare… Chi volesse farsi lapidare, non avrebbe che da trovarvi un difetto. Appena parlate di Ferdinando, vi dicono: ha ricostruito il San Carlo!”
Più tardi il compositore bergamasco Gaetano Donizetti compone 17 opere per il San Carlo, tra queste ricordiamo Maria Stuarda e l’immortale Lucia di Lammermoor. Ma tutti i più grandi artisti prima o poi calcanole scene di questo teatro: il grande violinista Niccolò Paganini, il compositore di Norma Vincenzo Bellini e Giuseppe Verdi che nel 1841 vede andare in scena il suo Oberto, conte di San Bonifacio e successivamnete l’Ernani, Un ballo in maschera e l’Aida. Comunque la lista di musicisti e direttori d’orchestra che hanno contribuito a dare lustro alla storia di questo teatro è lunghissima.
È infine importante ricordare che il San Carlo è il luogo di nascita della scuola di ballo più antica d’Italia (1812) e che grandi artisti si sono dedicati a creare le sue scenografie, tra questi, Kiefer, Kentridge, Rauschenberg e Picasso. Per non dire che vi hanno lavorato registi come Visconti e Rossellini.